Il Manoscritto di Tolosa
Dio si serve di cause seconde
 
Scritto e scrittore
I personaggi
A.D. 70
Anno 1273
Il Processo
Glossario
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Julius Neinei Cardinale Terracini Cardinale Freeman Don Mario Hansen

 

Capitolo primo

Credo di essere venuto in possesso dell'incartamento per errore; è certo che i documenti in esso contenuti non dovevano essere visti da alcuno, ma una burocrazia inesorabile li aveva condotti sulla mia scrivania, tragitto obbligato prima della loro definitiva sepoltura in un archivio della biblioteca Vaticana che nessuno avrebbe mai più consultato.
Il mio compito era di catalogarli per riporli sul giusto scaffale ma la dicitura riportata sulla copertina di cartoncino verde che li accompagnava, - Neinei -, nulla indicava dell'argomento in essi trattato ed è solo per questo motivo che mi accinsi a leggerli.

Iniziai dal primo foglio in cima al fascicolo, che scoprii in seguito essere l'unico documento di mano e data certa: si trattava di una pagina strappata dal diario del Cardinale Agostino Terracini, a quel tempo Vescovo di Pavia.
Egli scriveva:

Oggi 12 dicembre 1959, in Strasburgo, ho fatto conoscenza di Monsignor Nickolas Freeman.
Uomo asciutto, quasi scheletrico, dal volto tirato e rinsecchito e dai singolari occhi incolori in cui sembra vagare continua una luce di delirio incandescente, unico sintomo esteriore di un'intensa ed infinita personalità allucinata.
Un individuo ieratico, un invasato, forse.
Per il resto uomo affabile e gentile, in cui la disciplina prevale già sulle sue spontanee pulsioni interiori a celarne la vera natura.
Mi ha esposto, stupendomi alquanto, una sua teoria insolita e bislacca secondo cui il mondo viene periodicamente visitato da Dio, che, fattosi uomo, colloquia con un proprio prescelto in terra, per intervenire nella storia dell'umanità; tali visitazioni avvengono con una cadenza piuttosto precisa: ogni 610 anni.
Mi ha parlato della prima visita a noi nota: quella ad Abramo attorno al 1860 avanti Cristo, poi a Mosè 610 anni dopo, quindi a Budda, Gesù, Maometto…. ma poi, sembra che Dio abbia mancato al suo solito appuntamento; nulla, infatti, parrebbe sia accaduto attorno al 1300, mentre puntuale arriverà la sua successiva manifestazione: nel 1917, a Fatima.
Si capisce che egli attribuisce un enorme valore a Fatima, ai suoi tre segreti ed alla connessione dell'evento con le visite passate; basti questa sua frase, assurda e comica ad un tempo stesso: “E' tutto un disegno preciso e conseguente. Lo sapeva, monsignore, che Fatima è anche il nome della figlia di Maometto? Non può essere un caso! Basta saper leggere nel disegno divino”.
Una frase ridicola, insensata.
Un mistico, dunque, ma un mistico ingenuo e perciò pericoloso.
Un individuo stralunato con il quale, prima o poi, dovrò fare i conti.
Mi ha fatto poi cenno della sua incessante ricerca di un avvenimento religioso accaduto alla fine del tredicesimo secolo che giustifichi la sua insana credenza; ricerca infruttuosa, ovviamente, e non me ne stupisco affatto.